Birra fatta in casa: gli ingredienti e i passaggi da seguire

Saper Fare [Home Edition]

Birra fatta in casa

a cura di Antonio Massa

birrificio valdarno superiore

Nei primi due appuntamenti Home Edition con il mastro birraio Antonio Massa di Birrificio Valdarno Superiore abbiamo approfondito le materie prime della birra, oggi parliamo di birra fatta in casa, di Home Brewing.

Storia e cronologia brassicola casalinga

Il movimento dei produttori casalinghi ha avuto la sua esplosione in USA negli anni Ottanta dove vere e proprie associazioni di appassionati hanno dato vita a concorsi, raduni e pubblicazioni riscoprendo stili birrai dimenticati o scomparsi a causa dell’appiattimento causato dal mercato delle birre industriali.

 

In Italia fondamentale è l’anno 1995 dove viene emanata la legge DL n.504 che autorizza la produzione domestica di birra e che nell’art 34. al comma 3 dichiara: “È esente da accisa la birra prodotta da un privato e consumata dallo stesso produttore, dai suoi familiari e dai suoi ospiti, a condizione che non formi oggetto di alcuna attività di vendita”.

Non è un caso che dal 1996 ai primi anni 2000 si sono sviluppati i primi microbirrifici in Italia e con il passar del tempo sono nati concorsi birrai, club e associazioni di appassionati.

Come si fa la birra in casa?

Per prima cosa il birraio professionale o casalingo deve realizzare il mosto di birra. Per la produzione casalinga ci sono due possibilità: una più semplice acquistando il mosto concentrato e l’altra usando i malti in grani (All Grain).

 

Il mosto concentrato è consigliato per chi è alle prime esperienze. In questo caso la realizzazione del gusto della birra, che dipende dal lavoro di estrazione e di produzione del mosto, viene fatta direttamente dal fornitore. Nonostante questa limitazione, per il birraio casalingo principiante partire da un mosto concentrato già prodotto permette di concentrarsi sull’apprendimento della fermentazione e dell’imbottigliamento.

Prima di passare alle fasi successive è necessario trasformare il mosto concentrato in mosto pronto per l’inoculo del lievito (2 ore circa).

 

I malti in grani  (All Grain)

Per questa tecnica il birraio casalingo deve avere una preparazione tecnica più avanzata: conoscere i tipi di malto, le tipologie o stili di birra, saper scrivere una ricetta birraia con la quale realizzare il mosto di birra.

Ecco tutte le fasi per passare dai malti in grani al mosto di birra:

1- Macinatura dei malti/cereali;

2- Cottura dell’impasto dei cereali macinati nell’acqua (Mashing);

3- Separazione per infusione (Sparging), ovvero la separazione delle fibre del malto post-cottura ed estrazione del primo mosto detto mosto dolce;

4- Bollitura del mosto dolce e luppolatura;

5- Raffreddamento del mosto verde, chiamato così dopo che ha ricevuto il luppolo.

Per ognuna di queste fasi, oltre all’acquisto di attrezzature più o meno complesse, serviranno di circa 5/6 ore di lavoro.

Al termine della fase 5, avremo ottenuto il mosto di birra che, come abbiamo detto, differisce dal mosto concentrato per la ricetta, che è realizzata in toto dal birraio casalingo.

 

Una volta ottenuto il mosto – che sia verde raffreddato  o mosto concentrato – si passa all’inoculo del lievito (2 ore circa), dopodiché alla fermentazione (7-15 giorni in base al tipo di lievito), all’imbottigliamento (in poche ore), alla rifermentazione in bottiglia (20 giorni) e infine alla maturazione in bottiglia (15-20 giorni).

Corsi di produzione casalinga

Ci sono molti siti web e libri che parlano di tecniche di produzione casalinga, come fortunatamente oggi il mercato è ricco di fornitori di attrezzature e materie prime per realizzare la birra fatta in casa. Sul territorio nazionale sono presenti molte associazioni che organizzano corsi di primo livello e di livelli avanzati per apprendere la produzione casalinga.

 

Tra queste vi segnaliamo MO.BI., il Movimento Birraio Italiano, un’associazione di appassionati produttori casalinghi che è stata ospite in Manifattura Tabacchi a dicembre 2019 per una giornata di  Cotta in occasione di un corso di primo livello.

 

La giornata è iniziata  con una breve lezione sulle attrezzature, sulle materie prime e il realizzo di una ricetta. Per l’occasione è stata scelta una Stout da 5° alc. Dopo la teoria siamo passati alla pratica con la cottura del malto macinato e il realizzo del mosto. Durante l’ora di bollitura è stato fatto il pranzo conviviale sul tavolone di B9 e dopo la bollitura e luppolatura del mosto si è passati all’inocolo del lievito. La lezione è poi proseguita sulle buone prassi di igiene delle attrezzature, fondamentale per chi fa birra in casa: essendo la birra casalinga non pastorizzata, non filtrata e quindi molto delicata, richiede un ambiete e attrezzature ben pulite. La  giornata si è conclusa con la consegna degli attestati ai corsisti e la gioia di vedere persone venute da tutta Italia a imparare l’arte degli Homebrewers.

La giornata di Cotta ha permesso anche di parlare degli scarti del processo di birrificazione come le trebbie di malto e trub di luppolo che per molti settori, non solo alimentari, diventano ottimi semilavorati. Ma di questo parleremo nel prossimo appuntamento [Home Edition].

 

In conclusione il birraio è come un cuoco che compone le sue ricette e realizza la sue birre: può scegliere se replicare i grandi classici come le Bitter inglesi, le Wiezen tedesche, le Stout o le Blanche; oppure può studiare nuove ricette originali, magari con ingredienti del proprio territorio, ricordando che la birra è antica come il pane e ha sempre accompagnato l’uomo e le civiltà in tutte le sue epoche ed evoluzioni.