(Una cosa che sogno da sempre)

24.03.22 – 24.03.22

La rassegna Giulietta, curata da Stefano Giuri, si inserisce nell’ambito del Public Program di NAM – Not A Museum e racchiude happening, performance e installazioni temporanee che dialogheranno con gli spazi di Manifattura Tabacchi.

 

 

Il terzo evento della rassegna è giovedì 24 marzo alle 18:30 con (Una cosa che sogno da sempre) di Sara Leghissa.

 

Sara Leghissa presenta la performance (Una cosa che sogno da sempre), un riscaldamento manifesto pubblico che intende celebrare la prossimità dei corpi.

In questa occasione saranno la carta e la pratica dell’affissione a guidare l’interazione con il pubblico durante un evento aperto e accessibile a tutti i corpi, più o meno visibili, più o meno obbedienti.

 

 

 

SARA LEGHISSA

 

 

 

Sara Leghissa è un’artista indipendente e performer con base a Milano.
La sua pratica avviene principalmente nello spazio pubblico, attraverso un principio di ecologia delle risorse, che si serve il più possibile di ciò che e’ gia’ disponibile nella realtà. Crea sistemi e dispositivi che cercano di mimetizzarsi e confondersi con il contesto, per veicolare immagini e contenuti e per incontrare e intercettare pubblici diversi, attraverso l’uso di tecnologie accessibili e legate all’ordinario. È stata co-fondatrice del progetto artistico Strasse e ha collaborato con diversə artistə e progetti collettivi.

 

Ha presentato il proprio lavoro in festival italiani e internazionali, tra cui Santarcangelo Festival (IT), Triennale Teatro dell’Arte (IT), Short Theatre (IT), far Festival (CH), Festival Parallele (FR), Saal Biennal (EE), Mir Festival (GR), Beursschouwburg (BE). Co-organizza per la scena italiana Nobody’s Indiscipline, una piattaforma indipendente per lo scambio di pratiche nella performing art, e NESSUNO, un raduno pubblico per una comunità di persone che nel corso della notte reclama e celebra l’energia dei corpi e la loro diversità.

 

 

 

Sara Leghissa,(Una cosa che sogno da sempre)
Photo Credits:
Jiayang Li
Video Credits: Alessandro Bartoletti