DOCUMENTO / Poesia

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La rubrica di Living Room a cura del collettivo Fumofonico: video performance sperimentali per dare nuova voce alla potente e attuale poesia di Amelia Rosselli, accompagnata da tracce sonore inedite.

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Esistono alcune voci che sono più forti del tempo che scorre, e che come il vino buono più invecchiano più si fanno potenti e attuali. Con questi presupposti, il collettivo Fumofonico ha deciso di riprendere in mano l’opera di Amelia Rosselli, tra le più importanti poetesse del Novecento europeo, e di darle nuova voce attraverso delle letture dei membri del collettivo e di altri esponenti della scena poetica orale e performativa e italiana con l’apporto sonoro di una squadra di musicisti d’eccezione.

La poesia unisce linguaggi diversi e corpi lontani che, grazie alla tecnologia, riescono a entrare in contatto e comunicare dando vita a una performance virtuale che riscopre e attualizza i versi della Rosselli, dando loro nuovo respiro.

Amelia Rosselli (1930 – 1996) è una delle voci più importanti della poesia europea del secondo ‘900. Il suo linguaggio e le sue modalità espressive corrono su un binario parallelo alle esperienze neo-avanguardiste, creando un immaginario influenzato da fonti extra letterarie, dalla musica alla psicologia fino alla geometria, con una modalità che diventerà nel corso degli anni una costante della produzione culturale europea fino ai giorni nostri.

Rileggendo un’antologia selezionata di Rosselli, impreziosita da un apparato di musica elettronica atto a enfatizzare e attualizzare le tematiche proposte nella sua opera, DOCUMENTO offre un prodotto contemporaneo che si ispira ai concetti espressi dal critico Simon Reynolds nella sua visione della produzione elettronica più recente, da lui definita conceptronica​: un prodotto musicale che trova i suoi spunti e sensi in una visione a 360° gradi dell’ambiente artistico che lo ha prodotto. DOCUMENTO dà vita a un prodotto ibrido e unico nel panorama orale e performativo italiano, nell’ottica di sperimentare tra linguaggi diversi ma complementari e un utilizzo della tecnologia per una forma di ​compartecipazione digitale​.

#1 Spazio

da Spazi Metrici (1962) – allegato alla raccolta Variazioni Belliche (1964) di Amelia Rosselli.

Durante gli anni ’60, le sperimentazioni sul verso libero sono considerate ormai superate, e in questo contesto Amelia Rosselli procede su percorsi paralleli alle esperienze delle neoavanguardie europee come il ‘Gruppo 63’.

L’opera di Amelia Rosselli fin dalle sue origini si sviluppa come un tentativo di arte totale in grado di fondere linguaggi differenti; in virtù di questo la poetessa nata parigina sperimenta una metrica rigorosamente ‘spaziale’, ossia legata non al numero delle sillabe del verso ma allo spazio che viene a crearsi durante la scrittura, esplorando le possibilità tipografiche e inquadrando il testo in un blocco unico di versi: una metrica spaziale e performativa, strettamente musicale.

Lo ‘spazio’ in Amelia Rosselli è quindi creatore di senso e dimensione, dando corpo alla voce del poeta (performer). La ricerca di una forma come rifugio, ma anche gabbia per la storia di una donna esiliata, profuga, emarginata in uno stato di presente minaccia è quello che si avvolge dentro questi spazi metrici.

- spazi e forme sono silenzi e punti referenziali della mente - Fumofonico

Questa selezione di versi è stata attuata per far risuonare le forme poetiche di Amelia Rosselli con attenzione a quei testi in cui il rapporto tra un mondo interiore in caos perenne e la ricerca propria di un ordine sia formale che interiore possano per un attimo far scorgere un possibilità di salvezza.

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

voce Matteo Zoppi
suoni Michael Nannini

#2 Natura

E’ facile far riferimento a un immaginario figlio del Romanticismo quando si parla di ‘natura’, specie se poi questo tema è affrontato attraverso lo strumento poesia.

Nella poetica di Amelia Rosselli, che si presenta come un’esperienza di rottura rispetto alla tradizione, gli elementi naturalistici rimangono slegati dalla funzione di presentazione di un immaginario; sono invece immersi in una sostanza nebulosa e viscosa che è l’interiorità dell’autrice e la sua consapevolezza storica.

In Impromptu (1977-1979), dove la voce della poetessa si fa particolarmente fluida e narrativa, sono predominanti un sentimento di rifiuto nel collocarsi dentro la storia dei vincitori e di esclusione rispetto al ‘mondo naturale’ (che ha guidato la scelta dei testi per la performance).

La natura nelle opere di Amelia Rosselli è quasi intrisa di un senso di colpevolezza; la continua spinta alla contemplazione del bello si scontra con l’inevitabilità della caduta e della morte.

In questi versi, elemento distintivo della Rosselli, si nota quanto sia importante una variazione anaforica interna che permette una sorta di evoluzione sonora naturale e intuitiva grazie alla quale il significato evolve da un verso all’altro andando a sezionare, specificare e spesso a contraddirsi; operazione svolta sotto il segno dell’equivalenza e della contiguità.

- I tuoi sonetti risuonano falsi, voluti! Il naturale mi è escluso - Fumofonico

Come un caos in perfetto ordine, questi testi sono piccoli mondi autonomi e in continuo movimento dove la presenza di elementi umani e non-umani acquista senso in quanto parte di una rete fittissima di significati e relazioni.

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

voce Eugenia Galli
suoni Kropotkin

#3 Tempo

L’esperienza di percezione spazio-temporale nella quale ci troviamo immersi durante la lettura dei testi di Amelia Rosselli è spiegata da lei stessa sia nell’Introduzione a Spazi metrici che nell’autocommento allo stesso saggio letto in occasione del Laboratorio di poesia ‘Primavera 88’ diretto da Elio Pagliarani:

Prendevo appunti camminando per Trastevere con quadernetti che poi trascrivevo su carta. Così ho scritto “Primi Scritti” e “Diario in tre lingue”. Di notte, di giorno, camminando, stando ferma, proprio per osservare questo mutamento della mia osservazione e dell’incontro delle cose con me o delle persone o degli spazi e del movimento e del tempo. Poi riportavo su macchina da scrivere perché la carta a quadretti può dare risultati quasi come la macchina da scrivere. Potevo trasporre gli spazi che io alla svelta dovevo un pochino carpire dallo spazio circostante. Era negli anni Cinquanta. […] avevo tutte le date di questo vagare nello spazio e nel tempo.

Leggendo i versi che costituiscono la base testuale di questa performance si entra in un ambiente notturno, dove i grandi temi della poetica rosselliana si evolvono in un flusso temporale ciclico con continui spostamenti di prospettiva.

- Mangiare, dormire, sognare: non prendere sonniferi. Mangiare, dormire, sognare e osare - Fumofonico

E’ una temporalità notturna che affonda le radici nella storia della letteratura italiana (si pensi a Dino Campana e ai suoi Canti Orfici, poeta amatissimo e citato spesso dalla Rosselli), ma che al contempo accompagna un senso forte di futuro postumo, un punto di non ritorno dall’esistenza.

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

voce Marco Miladinovic
musica Leonardo Rubboli

 

#4 corpo

I testi che compongono questa performance sono stati scelti seguendo quei movimenti dove il sentimento erotico e corporeo è più forte, cercando di dare spazio a un’opposizione interna tra corpo e mente, elemento generativo nella poesia di Amelia Rosselli.

Della scrittura di Amelia Rosselli c’è una genesi spaziale, in movimento e performativa; lei stessa ci indica il modo in cui si innesca il processo di scrittura attraverso le sue riflessioni a proposito dello schema corporeo, del rapporto corpo-spazio e della «pressione interna» che agisce sulla nostra percezione:

Ad ogni spostamento del mio corpo aggiungevo tentando, un completo “quadro” dell’esistenza circondantemi; la mente doveva assimilare l’intero significato del quadro entro il tempo in cui essa vi permaneva, e fondervi la sua propria dinamicità interiore.” (Spazi Metrici, 1962)

Ad ogni blocco testuale, ad ogni movimento, questa opposizione interna e paritaria riparte da capo; da una parte una voce femminile, razionale e dall’altra un Tu come musa e oggetto di desiderio, fortemente non corporeo e che parte dal suo inconscio, a cui anela e che è impossibile da raggiungere se non attraverso l’esperienza e la ricerca del Bello.

- [...] il suo farneticare se non proprio amore qualcosa di più grande: il tuo corpo la tua mente e i tuoi muscoli tutti affaticati - Fumofonico

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

 

voce Nicolas Cunial
suoni Vincenzo Zingaro

#5 identità

Zanzotto direbbe che si tratta di un grumo questa particella ritmica che è la sillaba. E proprio dalla sillaba siamo partiti. In seguito alla lezione di Spazi metrici, in questo piccolo esercizio di lettura dedicato ad Amelia Rosselli, abbiamo cercato di misurarci con il contenuto reale di una poesia. A partire dalla materia sonora espressa nella sillaba – tutto il materiale presente nel brano, anche se manipolato e distorto, proviene dalla lettura stessa – ci siamo rivolti sempre di più a ciò che l’autrice ha descritto come lo spazio in cui domina un «tempo strettamente musicale psicologico ed istintivo».

Il risultato tiene a mente le parole di Rosaria Lo Russo in un’intervista di Alessandro Canzian: «Chi sente la poesia, chi la fa, o scrivendo o dicendola ad alta voce, sa che si tratta di un fenomeno di intenzione, intonazione e ritmo: ogni fonema, ogni sillaba ha lo stesso valore del significato espresso, perché vi allude, continuamente. Il ritmo poetico intonato favorisce, come voleva Aristotele molti secoli fa e come vale tuttora, la catarsi, la liberazione etico estetica dell’individuo e delle masse.»

E’ stato un dialogo tra sonorità e pensieri significativo e la speranza è quella di condividere attraverso un ascolto questo nostro incontro.

Di Beatrice Achille

- [...] non solo ha suono (rumore) la parola; anzi a volte non ne ha affatto, 
 e risuona soltanto come idea nella mente. -

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

voce Beatrice Achille
suoni Leonard Blanche

#6 Comunità

Amelia Rosselli sceglie di concludere la sua vita in solitudine nel 1996, gettandosi dalla piccola finestra del suo appartamento romano.
«Anacoreta e amorosa», la sua poesia sembra nascere dall’opposizione vissuta tra l’amore per l’altro e la consapevolezza di aver scelto la solitudine.
Il valore fondante della sua “esistenza sociale” non è da ricercare nell’attribuzione di un’identità al tu poetico della poesia rosselliana che invece sembra consumarsi nella scrittura stessa.
Assimilabile alla categoria del “neutro” barthesiano, la poesia di Amelia Rosselli è politica nella misura in cui è “neutra”, in cui esprime un valore collettivo, sottratto alla padronanza del soggetto.
Il radicato senso politico, mediato probabilmente anche dall’eredità paterna, si scontra costantemente con una sensazione di inettitudine e con la paura di essere strappata al suo senso del dovere, quello di sviluppare un discorso universale introno al Bello, rivolto a tutti i popoli e a tutte le lingue.

- Non so se di tra te e me nel belvedere
 esista una differenza. Io so che di tra me e
 te esiste la gloria e la differenza. -

Testi tratti da Variazioni Belliche (1964), Serie Ospedaliera (1969) e Documento (1976).

voce Wissal Houbabi
suoni Matteo Mannocci

fumofonico

Fumofonico è un collettivo di artisti performativi e organizzatori di eventi culturali nato a Firenze nel 2017 con la volontà di operare e sperimentare nel campo della poesia performativa. Nel corso degli anni ha organizzato rassegne e partecipato a festival nella città di Firenze e in tutta la regione. Nel corso degli anni, l’attenzione del collettivo si è rivolta verso una visione dell’arte in senso multimediale, dove i vari linguaggi e tecniche si incrociano per partorire nuovi modi di creazione e fruizione delle opere.

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