Entrevue, le interviste di Living Room

entrevue

Le interviste di Living Room a i protagonisti del mondo dell’arte e della cultura 

living room

Uno spazio di dialogo, che coinvolge voci autorevoli nell’ambito dell’arte, dell’architettura, della moda e della sostenibilità. Ciascuno di loro affronta uno dei temi della programmazione Living Room in base alla propria esperienza e competenza, offrendo momenti di formazione e approfondimento, in dialogo con la curatrice Caterina Taurelli Salimbeni.

In un momento di distanza sociale e scarsità di rapporti interpersonali determinato da un rivolgimento globale destinato a segnare cambiamenti importanti nel vivere civile, Manifattura Tabacchi offre un contributo di analisi e interpretazione affidato a voci autorevoli nei loro ambiti di operatività.

Entrevue / Spazio

Gino Garbellini (Architect, co-founder Studio Piuarch)  e Antonio Perazzi (Landscape Architect, fouder Studio Antonio Perazzi)

in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (Curator – MIM)

Gino Garbellini e Antonio Perazzi percepiscono lo spazio secondo una visione allargata, all’interno della quale il paesaggio urbano e il paesaggio naturale si ritrovano a convivere. Non viene prima l’uno o prima l’altro, né si collocano su livelli diversi: i due spazi fanno parte di un unicum, una totalità di cui l’uomo fa parte. Un approccio condiviso, questo, che li ha portati a lavorare spesso insieme su diversi progetti, tra i quali alcuni a Firenze, come la Fabbrica di Fendi o la Manifattura Tabacchi.

Molte sono le idee e le questioni che emergono alla luce del tema affrontato, eppure tutte convergono su un’idea, ancora una visione, che è quella dell’importanza della relazione, genitrice di ogni progetto. È la relazione accompagnata dal sentimento, lo stare bene dentro uno spazio, che muove la creazione e che porterà a una risoluzione nella progettazione degli spazi, pubblici e privati. E la soluzione è già qui. 

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gino garbellini

Gino Garbellini | Partner
Nasce in Valtellina, dopo la laurea al Politecnico di Milano collabora dal 1990 al 1996 con lo studio Gregotti Associati, per il quale cura gli aspetti urbanistici dello sviluppo della ex area industriale Pirelli Bicocca a Milano e molti progetti e cantieri relativi alla fase di realizzazione degli interventi. Nel 1996
fonda con Francesco Fresa, Germán Fuenmayor e Monica Tricario lo studio Piuarch. Ha insegnato al Politecnico di Milano presso la facoltà di Ingegneria Edile-Architettura e da anni tiene conferenze in tutto il mondo. Come partner dello studio, il suo lavoro si concentra sulla comprensione del contesto urbano ed edilizio, per garantire un innesto fluido degli edifici nel territorio circostante e far sì che sia il
paesaggio a suggerire la forma e il linguaggio del progetto.

studio piuarch

Antonio Perazzi

studio antonio perazzi

Antonio Perazzi  paesaggista riconosciuto per il suo forte interesse per la botanica e per il rapporto tra il paesaggio delle piante e quello degli uomini.

Milanese cosmopolita rivolto ad Oriente, da sempre interessato alle piante progetta degli spazi che mettono in relazione la botanica e la società. 

I suoi progetti  rifuggono gesti autoreferenziati e sono concepiti come un campo aperto di ricerca tra estetica e funzionalità, pratica e cultura.

Progettista, botanico e scrittore, formatosi al Politecnico di Milano e ai Kew Royal Botanical Gardens di Londra, nel 1998 apre il suo studio di progettazione col quale firma progetti pubblici e privati in Italia e all’estero. È stato invitato a partecipare ad esibizioni internazionali come la Mostra internazionale di architettura di Venezia, il Féstival international des jardins de Chaumont-sur-Loire, la mostra Avant gardeners alla Tate Gallery di Londra, il Féstival International des Jardins de Métis, Canada. È stato professore a contratto al Politecnico di Milano e ha tenuto lezioni e workshop in numerose facoltà italiane e straniere come l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Politecnico di Milano, Universität der Künste Berlin, I.S.I.A. di Urbino, Universität für angewandte Kunst Vienna, Yunnan University of Finance & Economics – China, École nationale supérieure du paysage de Versailles, Convegno IFLA, Giornate internazionali di studio del paesaggio Fondazione Benetton.

Collabora con diverse testate nazionali ed internazionali tra cui Il Sole 24Ore su cui firma la rubrica dell’inserto domenicale sui giardini.

Ha pubblicato i libri Contro il Giardino con Pia Pera, Foraverde con prefazione di Gilles Clément; il suo ultimo libro è Il paradiso è un giardino selvatico, storie ed esperimenti di botanica per artisti, Utet 2019. 

entrevue / natura

Riccardo Valentini (Professore, Biofisico) 

 

in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (curator)

Riccardo Valentini offre una disamina lucida e olistica del rapporto tra uomo e natura: il riscaldamento globale e la pandemia da COVID-19, non sono altro che la testimonianza di un atteggiamento temerario che l’uomo ha nei confronti della natura. Allora bisogna tornare al principio, al come e perché l’uomo è giunto a interagire con la natura al punto da essere entrato in contatto con un virus che non gli appartiene. Complice l’incremento demografico senza precedenti che ha interessato l’ultima metà del secolo, lo sfruttamento delle risorse naturali ha spinto l’attività umana nel 70% della superficie terrestre. Di qui la deforestazione, l’incremento di anidride carbonica nell’aria, lo spillover. Alla luce dell’incommensurabilità di tali accadimenti, che mette in crisi la stessa idea di mondo alla quale si affida la filosofia moderna, la tecnologia diventa prolungamento fondamentale della comprensione umana, attraverso per esempio il monitoraggio dello stato di salute di abitanti essenziali come le piante e gli alberi. Una soluzione è possibile, ma condizionata all’adozione di un’azione comunitaria e di una coscienza etica a livello globale, senza far sconti, senza far differenze, oltre gli egoismi individuali e nazionali. 

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riccardo valentini

Laureato in Fisica nel 1985, membro della European Academy of Sciences, ha svolto attività di ricerca presso il Department of Plant Biology, the Carnegie Institution of Washington e ha lavorato presso the Joint Research Center della Commissione Europea. Dal 2000 è Professore ordinario presso l’Università degli Studi della Tuscia diventando, nel 2002, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse. L’attività di ricerca del Prof. Riccardo Valentini riguarda principalmente temi legati al settore della ecologia, dei sistemi agro-forestali e delle problematiche connesse con l’attuazione delle convenzioni internazionali per la protezione dell’ambiente globale. Il prof. Valentini è Laurea Honoris Causa presso le seguenti università: Facultè Universitaire des Sciences Agronomiques de Gembloux, Belgium, Russian State Agricultural University – Timiryazev Academy, Moscow, Russia, Financial University, Moscow, Russia, Georgian Technical University, Tblisi, Georgia. Ha ricevuto nel 2006 lo Zayed International Prize for the Environment come membro del Millennium Ecosystem Assessment Board, nel 2015 il premio “ Ernst Heckel”  della Federation of European Ecological Societies, nel 2018 la medaglia della Accademia Italiana delle Scienze “detta dei XL” per la Fisica e le Scienze Naturali.

Insieme ad altri scienziati del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), nel 2007 è stato insignito del Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte su problematiche relative ai cambiamenti climatici. 

 

ENTREVUE / TEMPO

Linda Loppa (creative director)

 

in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (curator)

“È una relazione di amore e odio” quella tra la moda e il tempo: la moda è sempre alla rincorsa del tempo, la moda vive nel futuro. Linda Loppa ritrae un mondo che le appartiene da tutta la vita e che si trova a fare i conti con un ritmo che ha spinto il sistema intero a livelli di creazione assoluti, ma anche incontro a un rischio, quello di perdere la gioia e la passione per un lavoro che invece si deve amare profondamente. Parlare di tempo rispetto alla moda significa allora anche parlare della ricerca di un tempo perduto, perdita intrinseca alla moda stessa, ma anche innescatrice di temi quali la sostenibilità del sistema, la qualità della vita e la storia. A quest’ultima appartiene l’arte, che eterna sconfigge il tempo, mentre la moda resiste alla storicizzazione, lei guarda già al dopo, al domani. Ed è tra questo continuo sporgersi avanti e il fermarsi a recuperare il tempo e ad apprezzarlo, che si gioca il presente e l’immediato futuro della moda, una sfida turbolenta e affascinante nella quale, per quanto lo si eviti, la frenesia di scoprire e scovare trova il suo più prezioso nutrimento. Pura avanguardia. 

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Linda Loppa

linda loppa su instagram

Art director / curatrice / opinion leader / educatrice / coach

Dottore honoris causa presso la University of the Arts di Londra

50 anni di esperienza nel settore della moda in ambito pubblico e privato

25 anni alla direzione della Royal Academy of Fine Arts di Anversa, dipartimento di moda, 20 anni di esperienza nel settore retail e gestione punti vendita

10 anni a capo del Flanders Fashion Institute

8 anni di direzione e curatela del Museo della moda di Anversa

9 anni alla direzione del Polimoda International Institute Fashion Design & Marketing a cui si aggiungono 4 anni nel ruolo di Consulente / Docente / Advisor Strategy & Vision

Attività

Fondatrice del Linda Loppa Factory – uno studio che promuove l’arte, la cultura e l’educazione con sede a Parigi.

“Advisor Strategy & Vision” per il Polimoda Institute, Firenze: una piattaforma con sede a Parigi.

Membro dell ‘”Advisory Council” del MoMa di New York in occasione della mostra “Items: Is Fashion Modern?”

Assegnazione di una “Visiting Fellowship” in riconoscimento delle competenze acquisite sul campo, presso la UAL University per il triennio dall’1 settembre 2016 al 31 Agosto 2019. “

Membro BoF500 – Business of Fashion – Hall of Fame dal 2014.

Membro del “Comitato consultivo” per la mostra “The State of Fashion” alla ricerca del nuovo lusso – Arnhem, Paesi Bassi. Inaugurazione maggio 2018.

Dottore honoris causa presso la University of the Arts di Londra (luglio 2018).

Sviluppa progetti di curatela nel mondo della moda e dell’arte, tra cui “if I could, unless we” alla Manifattura Tabacchi, Firenze 2019, e il live Talk format “Living Room“.

Docente / Scrittrice / Critico della moda

Selezionata come membro del “Laboratoire d’Idées” del “Grand Palais 2023” a Parigi; la commissione lavorerà su quattro seminari tematici durante l’anno 2019.

Pubblicazione del libro LIFE IS A VORTEX Editore: Skira ISNB: 978-88-572-4062-6

Entrevue / corpo

Sergio Risaliti (critico, storico dell’arte, Direttore Museo Novecento di Firenze) in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (curator)

Quella che Sergio Risaliti concede è una dissertazione profonda e sfaccettata sul tema del corpo, che parte dalla storia dell’arte attraverso l’arte contemporanea per arrivare a questioni attuali di carattere etico-politico. Il corpo dell’artista è inteso dapprima come sineddoche dell’artista stesso, calato nella narrazione fiorentina e nel suo rapporto con l’arte contemporanea. E’ attraverso il coinvolgimento degli artisti che Firenze, nell’ultimo periodo, ha cominciato a ricucire la propria relazione con il presente. Si parla poi della rappresentazione del corpo dell’artista, nelle mani dei Maestri del Quattrocento e del Cinquecento, ma anche attraverso l’arte di tutto il XX secolo. La pelle di Michelangelo, la dentatura di Caravaggio, l’Origine du monde di Courbet, il corpo suicida di Van Gogh, il Picasso Torero, la struttura di ferro di Frida Kahlo, Ai Wei Wei nella sua prigione, sono solo alcuni dei nomi citati da Sergio Risaliti, una lunga rassegna alla luce della quale emerge il corpo vero. Corpo non solo idealizzato e attraente, ma corpo in tutte le sue varianti, anche più sgradevoli, funziona qui da innesco per affrontare la cultura del corpo che nell’epoca attuale raggiunge livelli estremi, fanatici. Infine il corpo è anche contatto con l’altro, strumento di conoscenza del mondo, potentissimo strumento di libertà, ma anche oggetto di restrizione, primo partecipante, attivo e passivo, al sistema capitalista. Un’analisi lucida e aggiornata sulle relazioni tra potere e libertà individuale nella quale il corpo dell’uomo è coinvolto in prima linea. 

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Sergio risaliti

 

Sergio Risaliti (1962), si è laureato a Firenze in Storia dell’arte moderna e contemporanea con il massimo dei voti. È uno storico e critico d’arte, ideatore e curatore di mostre e di eventi interdisciplinari, scrittore e giornalista. Ha fondato e diretto sedi espositive pubbliche e private tra cui Palazzo delle Papesse a Siena e Quarter Centro per l’Arte Contemporanea a Firenze. Tra le mostre ideate e curate si ricordano, Bacon Beuys Burri, La collezione della Fondation Cartier, Pascali e Savinio, Le Repubbliche dell’Arte. Israele e Palestina, Lo spazio Condiviso, Moltitudini Solitudini, Bambini nel tempo, Boom. Ha curato il nuovo allestimento del museo Marca di Catanzaro. Ha collaborato per un biennio con la Galleria Christian Stein a Milano. È stato membro del comitato scientifico del Frac Rhône-Alpes di Lyon e della Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Ha curato il censimento dell’arte giovane italiana Espresso (Electa, 2000), Toscana contemporanea (Maschietto, 2001), i libri d’artista di Giulio Paolini La verità (Einaudi, 1996) e Dall’Atlante al vuoto (Electa, 2010), il Catalogo generale della grafica di Fausto Melotti (Electa, 2009).

 

 Con Achille Bonito Oliva ha curato De Gustibus (Siena, 2002) e Orizzonti. Belvedere dell’Arte (Firenze, Forte Belvedere, 2003). Con Stefania Ricci ha ideato e curato Ispirazioni e visioni (2011), Marilyn (2012), Il Calzolaio prodigioso (2013), Equilibrium (2014) al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze. In occasione di Florens 2012 ha ideato l’accostamento dei Crocifissi di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo nel Battistero di Firenze e ha curato l’installazione della Croce di Mimmo Paladino in piazza Santa Croce. Nel 2013 e nel 2014 ha ideato e curato progetti per Marco Bagnoli e per Domenico Bianchi alla Limonaia di Boboli in Palazzo Pitti. Nel 2013 e 2014 ha ideato e curato le installazioni di Maurizio Nannucci e Marco Bagnoli alla Stazione Leopolda di Firenze in occasione del Festival Internazionale Fabbrica Europa. Nel 2013 ha ricevuto l’incarico per la Direzione Artistica della mostra personale di Zhang Huan a Palazzo Vecchio e Forte Belevedere, Con Cristina Acidini (ideatrice) ed Elena Capretti ha curato la mostra Michelangelo Buonarroti. Incontrare un artista universale, presso i Musei Capitolini di Roma. Ha ideato e curato l’esposizione dei Tre profeti di Donatello nel Battistero di Firenze, (maggio-dicembre 2014). Con Francesca Campana Comparini ha ideato e curato la mostra Jackson Pollock, La figura della furia, in Palazzo Vecchio a Firenze. Ha ideato e curato (con Arabella Natalini) la mostra personale di Giuseppe Penone. Prospettiva Vegetale al Forte Belvedere e nel Giardino di Boboli nel 2014 e Human di Antony Gormley nel 2015. Assieme alla Biblioteca Nazionale di Firenze ha curato AlfaZeta. Libri d’artista. Ha ideato e curato la mostra In principio, (28 novembre 2014, Novara Broletto). È stato direttore artistico del primo Festival dei bambini. Nuovi mondi, organizzato a Firenze, nel 2014. Nel 2015 ha curato la mostra Jeff Koons. In Florence (Piazza Signoria e Palazzo Vecchio, Firenze), Alighiero Boetti. Mappe (Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze) e la mostra antologica di Alighiero Boetti presso la Galleria Stein di Milano (con Francesca Franco). Ha ideato e curato per la Galleria Tornabuoni di Firenze e Londra la mostra Il dado è tratto. Arte italiana oltre la tradizione. È direttore artistico del festival fiorentino F-light dal 2015. Nel 2016 si è occupato della direzione artistica della mostra personale di Jan Fabre. Spiritual Guards al Forte Belvedere, Palazzo Vecchio e Piazza Signoria a cura di Melania Rossi e Joanna de Vos). Ha ideato e curato la mostra personale di John Currin e di Gleen Brown al Museo Bardini di Firenze. Ha curato con Elena Capretti la mostra Michelangelo e Vasari. Preziose lettere all’amico caro a Palazzo Medici-Riccardi. Nel 2019 ha ideato per F-light gli alberi di natale di artista (Pistoletto Paladino Bianchi). Dal 2007 ha avviato con Francesco Vossilla un’indagine non convenzionale sull’opera di Michelangelo che lo ha portato alla pubblicazione di una serie di volumi dedicati al Bacco, alla Zuffa dei Centauri, al David, alla Pietà vaticana. Nel 2018 ha pubblicato Gustav Klimt (con Giovanni Iovane, Bompiani). Dal 2015 è consulente alla direzione artistica e coordinamento scientifico dell’Associazione Mus.e. Dal 2015 è membro onorario dell’Accademia delle Arti del disegno di Firenze. Dal 2018 è direttore artistico del Museo Novecento.  Collabora regolarmente con “Il Venerdì – la Repubblica”, “Il Corriere  fiorentino”, “Arte mondadori”, “Flash Art”.

entrevue / identità

Genuardi/Ruta (artisti) in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (curator)

Genuardi/Ruta (Antonella Genuardi e Leonardo Ruta) lavorano insieme dai tempi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove hanno studiato e si sono conosciuti. E’ bastato un incontro e affiancare i rispettivi lavori individuali per comprendere che la vocazione per il colore di lei e la tensione verso il segno di lui in realtà potevano far parte di un disegno completo. Genuardi/Ruta è dunque un’identità unica, fatta di due anime: Antonella ha una formazione legata alla decorazione, mentre Leonardo viene dalla grafica e dalla pittura. Insieme realizzano progetti che dialogano fortemente con l’architettura e la luce degli spazi, un’ispirazione che ha origini tanto lontane quanto contemporanee, dai colori pompeiani alle prospettive di Carlo Scarpa. Una ricerca che Genuardi/Ruta ha portato in diverse mostre collettive e personali e che continua ad approfondire attraverso la partecipazione a numerose residenze d’artista in Italia e all’estero. 

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genuardi/ruta

 

Antonella Genuardi (Sciacca,IT,1986)
Formazione
-Istituto D’Arte (Sciacca,IT)2005
-Accademia di Belle Arti (Palermo,IT) – Corso di I livello in Decorazione, 2008
-Accademia di Belle Arti (Palermo,IT) – Corso di II livello in Decorazione, 2012

Leonardo Ruta (Ragusa,IT,1990)
Formazione
-Liceo Artistico (Modica,IT)2009
-Accademia di Belle Arti di Palermo(IT) – Corso di I livello in Grafica d’arte, 2013
-Accademia di Belle Arti di Palermo(IT) – Corso di II livello in Pittura, 2016

“Genuardi/Ruta, ossia Antonella Genuardi (Sciacca,1986) e Leonardo Ruta (Ragusa,1990), lavorano insieme, come unica identità, essendo riusciti a comporre, in un equilibrio mobile e costantemente riscrivibile, la vocazione per il colore dell’una con la tensione segnica dell’altro.
Indagano i fattori costitutivi dello spazio attraverso la pittura, ridefiniscono, ridisegnano l’architettura attraverso l’introduzione di tensioni di natura e temperatura pittorica, esprimono istanze proiettive che traducono l’incontro della luce con i volumi del costruito, mantenendo sempre al limite l’equilibrio tra la geometria effettiva che struttura la realtà e la geometria visionaria che di quella stessa realtà legge le possibili e infinite estensioni”.

 

Mostre personali
-ZR, a cura di Samuel Gross, Edicola Radetzky, Milano (IT), 2019
-Il crepaccio instagram show, a cura di Caroline Corbetta, 2019
-Wormhole, a cura di Samuel Gross, Galleria FPAC, Milano (IT), 2019
-La danza dei giganti, progetto Oltre Oreto, Evento Collaterale di MANIFESTA12, Magazzino Brancaccio, Palermo, 2018
-Project Room(s) al Castello di Carini. Progetto MOON Contemporary, a cura di Daniela Bigi e Giuseppe Buzzotta, Carini (IT), 2018
-Solo Presentation ad Artissima Fair 2017. Sezione Present Future. Invitati da Samuel Gross. Torino (IT), 2017. Cielo senza nuvole, Galleria FPAC.
-Supercella SS115, a cura di Daniela Bigi – Progetto MAS, direzione artistica di Francesco Lucifora – Chiesa di Santa Maria del Gesù, Modica (IT), 2017
-INquadrato, a cura di Daniela Bigi, Galleria FPAC, Palermo (IT), 2016
-LATI, a cura di Osservatorio Arti visive(Toni Romanelli, Daniela Bigi, Gianna Di Piazza) Cappella dell’Incoronazione-Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, Palermo (IT), 2015

Mostre collettive
-Talent Prize 2019, Mattatoio, Rome (IT)
-Manabamàte, curated by Giacinto Di Pietrantonio, Bocs Art, Cosenza (IT), 2019
-La ripetizione è una forma di cambiamento, Haus der Kunst-Cantieri Culturali alla Zisa/Palermo, Progetto Düsseldorf-Palermo, 2019
-Piazza Marina, ArtVerona, sezione I9, L’Ascensore, Verona (IT), 2018
-SIGNAL, DOM art space, Palermo, 2018
-TUTTO PORTO/Lo spazio cristallino del tungsteno, a cura di Daniela Bigi, Palazzo Briuccia, Palermo, 2018
-Liber Fare, a cura di Enzo Patti e Toni Romanelli, Palazzo Ziino, Palermo / Museo del segno e della scrittura, Torino, 2018
-Libri d’Artista dalla Collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, Oratorio dei SS. Elena e Costantino, Palermo (IT), 2017
-La vita della mente, a cura di Giuliana Benassi, Istituto Svizzero, Roma (IT), 2017
-Imago Mundi – Rotte Mediterranee, Spazio ZAC-Zona Arti Contemporanee, Palermo (IT), 2017
-Attraverso i punti #2, a cura di Osservatorio Arti visive (Toni Romanelli, Daniela Bigi, Gianna Di Piazza), Palazzo Ziino, Palermo (IT), 2017
-Rilevamenti 1, ideata e progettata da Bruno Corà in collaborazione con Daniela Bigi, Tommaso Evangelista, Aldo Iori, Federico Sardella e Marco Tonelli, Museo Camusac, Cassino (IT), 2016
-Attraverso i punti #1, a cura di Osservatorio Arti visive (Toni Romanelli, Daniela Bigi, Gianna Di Piazza), Palazzo Ziino, Palermo (IT), 2016
-30 opere per una collezione, La stanza della seta, Ficarra (IT), 2016
-Premio Fam Giovani per le arti visive, Fabbriche Chiaramontane, Agrigento (IT), 2016
-La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso, a cura di Daniela Bigi, Fondazione per l’arte, Roma (IT), 2016
-Fuori Uso-Avviso di Garanzia, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Simone Ciglia, Ex Tribunale, Pescara (IT), 2016
-Previsioni II, a cura di Daniela Bigi, Fondazione Puglisi Cosentino,Catania (IT), 2016
-Learning what you already know, un progetto di Stefania Galegati Shines, Spazio Espositivo del Caffè Internazionale, Palermo (IT), 2015
-Ce l’ho/mi manca, a cura di Agata Polizzi, Museo Mandralisca, Cefalù (IT), 2015
-DebuT, un progetto di Stefania Galegati Shines, Teatro Garibaldi, Palermo (IT), 2015
-FISAD, Accademia Albertina, partnership Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (IT), 2015

Progetti di Residenza
-Viadellafucina16 Condominio-Museo, Programma di residenza con il sostegno di Siae e Mibact, Torino | UPCOMING
-CCA Artist-in-residence Program, Gennaio 2020, Andratx-Palma di Maiorca (ES)
-BocsArt Residenze, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Cosenza (IT), 2019
-VIR Viafarini-in-residence, Gennaio-Dicembre 2019, Milano (IT)
-Progetto Mandrione #4 – La struttura alare, a cura di Daniela Bigi, Fondazione per l’arte, Roma (IT), 2016
-FICARRA_CONTEMPORARY DIVAN,residenza/summer school con Lois Weinberger,a cura di Lorand Hegy, Ficarra (IT), 2015

Premi
-Premio Speciale Emmanuele Emanuele, Talent Prize 2019
-Menzione d’oro Artprison Young Architects Competition 2018 con a3m Studio
-Premio Unicredit per giovani artisti 2016

Entrevue / comunità

Andrea Bartoli (Farm Cultural Park Founder) 

in dialogo con Caterina Taurelli Salimbeni (curator) 

Nel 2010 Andrea Bartoli, insieme alla moglie Florinda Saieva, immaginava di trasformare un centro storico abbandonato della Sicilia, a Favara, in una grande attrazione turistica e culturale. Quella che poteva sembrare un’utopia, quest’anno celebra il suo decimo compleanno, e si chiama Farm Cultural Park. Un progetto sociale prima ancora che culturale, in poco tempo ha trasformato la città in un luogo di destinazione, attraverso il coinvolgimento della comunità che la abita, donando a questa comunità un’identità nuova e un sentimento di felice appartenenza. E’ dando fiducia alla comunità del luogo e invitando artisti, curatori, mediatori culturali, architetti a dialogare con la stessa che Andrea Bartoli è riuscito a qualificare Favara come una piccola capitale della rigenerazione urbana, mostrando non solo al pubblico ma anche alle istituzioni che il cambiamento è possibile se fatto insieme e verso un sogno comune. 

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andrea bartoli

Notaio dal 2000, è consulente in progettazione strategica, fattibilità e gestione delle organizzazioni culturali e sociali, pubbliche e private. Insieme a Florinda, compagna di vita e complice di tutte le sue iniziative, nel mese di giugno del 2010 ha dato alla luce a Favara, a Farm Cultural Park, Centro Culturale indipendente, vincitore di innumerevoli premi tra cui il prestigioso premio della omonima Fondazione Americana Curry Stone Design Prize, come una delle 100 esperienze internazionali che hanno prodotto maggiore impatto sociale nel mondo negli ultimi dieci anni; invitato nel 2012 e nel 2016 alla Biennale di Architettura di Venezia e pubblicato nei più importanti media nazionali ed internazionali come The Guardian, Vogue e Domus. Da dieci anni è promotore, curatore o membro di giuria di Contest Internazionali d’Arte, Design e Architettura Contemporanea. Nel 2018 è stato ospite del Dipartimento di Stato americano, a Washington, Pittsburgh e Detroit per partecipare ad un progetto di scambio denominato International Visitor Leadership Program (IVLP), che ha avuto come tema di approfondimento lo sviluppo economico tramite la rigenerazione urbana dei territori. Nel 2019 è stato invitato dalla Commissione Europea ad essere Inspirational Speaker alla prima conferenza del Dublin Global Platform. In 2019 he was invited by the European Commission to be Inspirational Speaker at the Dublin Global Platform and by Unesco and Popular Republic of China in Meishan for Rural-Urban Development: The Future of Historic Villages and Towns.

caterina taurelli salimbeni

 

Caterina Taurelli Salimbeni (Roma, 1992) è curatrice, scrittrice e giornalista. Si laurea nel 2017 in Gestione dei beni culturali presso l’Università Bocconi di Milano con una specializzazione in arte contemporanea e cinema presso l’HEC di Parigi. Collabora con la redazione di Inside Art e ha co-curato le mostre delle ultime edizioni del Talent Prize nel 2017, 2018 e 2019. Ha lavorato in diverse gallerie d’arte a Cape Town, Roma e Venezia. Attualmente è curatrice dei progetti d’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi a Firenze.