Librarti / Linee, Complessi, Essere di Libera Mazzoleni

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La rubrica di Living Room a cura della casa editrice Centro Di: proposte letterarie incentrate su analisi e racconto di libri d’artista, opere d’arte sotto la forma di volumi.

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Identità

Per il tema Identità Librarti ha scelto il libro-opera di Libera Mazzoleni, Linee, Complessi, Essere, pubblicato a Milano nel 1974.

In questo diario intimo, tra disegni, fotografie in bianco e nero e propri scritti, Libera Mazzoleni dichiara, oltre alla sua identità di donna e artista, la propria fragilità, l’inquietudine, l’impotenza e la frustrazione. 

 

Scrive infatti: “Ma poiché in mezzo a tutto è ancora e solo l’uomo l’unica cosa autentica, l’uomo deve essere l’oggetto della sua stessa ricerca. I suoi problemi sono primari rispetto a ogni indagine, egli potrà esistere solo nella misura in cui riuscirà a sopravvivere. Per questi motivi come individuo ho voluto con il mio lavoro analizzare me stessa, una persona in una contingenza sociale e storica. Ho parlato dei miei problemi, della mia stanchezza, della mia paura. L’ho fatto cercando di abolire le mie sovrastrutture. Quando un giorno mi staccherò dalla condizione e riuscirò a cogliere il mio essere allora niente mi sarà necessario. Oggi però il mio lavoro e la mia sincerità sono un gesto di amore e di impegno, un mio modo di darmi agli altri e con gli altri”.

Linee, Complessi, Essere

di Libera Mazzoleni

Editrice d'Arte Gorlini, Milano
1974
Fotografie di Giorgio Osculati, Marcello Cerasuolo

Tutto il lavoro dell’artista si concentra nell’analisi di sé, sull’amore e la curiosità verso ciò che la circonda, sulla propria libertà. Nient’altro può essere autentico e reale ai suoi occhi, solo se stessa, il proprio mondo e il proprio approccio al mondo.

La ricerca della propria identità passa ovviamente dall’analisi della propria femminilità e della femminilità in generale: in una pagina l’artista spiega che le lacrime sono diverse tra loro a seconda dei sessi di appartenenza e disegna la forma della lacrima di donna e quella della lacrima di uomo. Da qui l’artista riflette sul perchè uomini e donne si comportino in modo diverso: le motivazioni sono biologiche o culturali?

L’artista risponde con una citazione di Margaret Mead, antropologa statunitense che, studiando la cultura dei Tchambuli, popolazione primitiva della Nuova Guinea, si accorse che i ruoli di madre e padre all’interno della famiglia erano in questa cultura totalmente rovesciati. In questa popolazione la donna si occupava degli affari mentre l’uomo era emotivamente legato ai sentimenti dei figli e dipendeva in tutto dalla propria compagna. Libera Mazzoleni sembra quindi dirci che è la cultura a definire il ruolo della donna e forse per questo sente la necessità di rifiutare leggi e ideologie, perché non sono reali. 

Fu allora che mi stancai di teorie e di leggi e mentre le rifiutavo sentivo come unico valore reale ed oggettivo l’uomo, sentivo la sua esistenza sopra ogni ipotesi e ogni teoria e poiché vedevo i miei gesti simili a tanti altri gesti, decisi di cercare sotto la loro sovrastruttura culturale e psicologica. Per arrivare agli altri era però necessario passare prima sopra me stessa”.

 

Tra sincerità e disperazione, in queste pagine leggiamo, vediamo e sentiamo la confessione di una giovane donna alla ricerca di se stessa e di una propria onestà e autenticità. 

Libera Mazzoleni (Milano 1949)

Artista complessa e poliedrica, ha respirato l’humus culturale degli anni Settanta nei confronti del quale si è sempre mossa in modo attento alla propria autonomia espressiva. Le sculture in poliestere dei primi anni Settanta, la fotografie, la performance, la pittura, i libri evidenziano, come costante, la compenetrazione tra ricerca sperimentale e riflessione critica. Nel suo percorso, il rifiuto della concezione astratta e idealistica dell’arte trova nella Storia e nella Contemporaneità il senso di un fare che non si allontana dal mondo. Centrale nella sua espressione artistica è la necessità di una relazione critica con la contemporaneità, esplorata nei suoi problematici e contraddittori aspetti.

CENTRO DI

Fondata a Firenze nel 1968 da Ferruccio e Alessandra Marchi e oggi diretta da Ginevra Marchi, la casa editrice Centro Di è specializzata nella pubblicazione di libri di storia dell’arte, architettura, arti decorative, fra cui cataloghi di mostre, monografie, atti di convegno, cataloghi di musei, riviste specialistiche.

Il lavoro editoriale è stato accompagnato per anni dall’attività libraria, attività, cessata nel 2004, che ha lasciato un archivio costituito da 20.000 titoli tra cataloghi di mostre, libri d’artista e riviste specialistiche pubblicati tra gli anni 60 e gli anni 80. Dal giugno 2018 il Centro Di apre Gallibreria, uno spazio dove vengono presentate mostre tematiche di libri da varie collezioni private, iniziando, in occasione dell’inaugurazione, con una mostra sui libri d’artista del proprio archivio e dell’archivio dell’artista Maurizio Nannucci. Nel 2018 ha ideato una nuova collana dedicata all’Italia, ‘XXI. Guide d’artista’, insieme ai curatori Alberto Salvadori e Giacomo Zaganelli. Sono inoltre edite dal Centro Di le riviste ‘Prospettiva’, in collaborazione con le Università di Siena e di Napoli; ‘OPD Restauro’, il bollettino annuale dell’Opificio delle Pietre Dure’; ‘Mitteilungen des kunsthistorischen Institutes in Florenz’ a cura dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte di Firenze; e ‘Rivista di Storia della Miniatura’, pubblicazione annuale dell’omonima Società Internazionale.

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