Workshop con Cesare Viel

Workshop con Cesare Viel

L’inaspettato

cesare viel

residenza d'artista l'armonia

Il secondo workshop de L’armonia, terza edizione delle Residenza d’Artista di Manifattura Tabacchi, prende la firma di Cesare Viel, artista poliedrico, interessato alle forme espressive più fragili. La sua pratica si muove nella dimensione della performance e dell’installazione, servendosi di vari mezzi e tecniche espressive quali il suono, la voce, la scrittura, la fotografia e il disegno.

Durante i tre giorni di laboratorio, Viel incentra l’attenzione sul corpo, materiale “vulnerabile” alla percezione, fatto di resistenze ed equilibri che, lavorati insieme, innescano domande necessarie alla produzione artistica. È possibile realizzare un lavoro che esorcizzi in qualche modo l‘ansia da prestazione che la vita ci mette davanti? È possibile fare una performance che vada a disattivare questo aspetto, un aspetto legato anche all’armonia, un’armonia vista come inclusione piuttosto che come divisione degli elementi? I sei artisti in residenza, dopo una fase di confronto, hanno attivato i loro corpi davanti alle diverse domande poste da Viel.

Ripercorrendo e interpretando il lavoro di Bruce Nauman Walking in an Exaggerated Manner Around the Perimeter of a Square (1967), la ricerca del laboratorio si è basata sul movimento corporeo, i quadrati, segnati sul pavimento all’inizio della performance, delimitano il campo d’azione.

«In progetti come questo, ma come in fondo, in tutti i progetti legati all’arte, al sogno, all’emozione e alla progettazione, bisogna sempre fare i conti con i limiti.
Se questo non accade, rischi di non entrare nella realtà, è come se perdessi il contatto con la tua stessa ricerca. Quello che facciamo è proprio fare i conti con la realtà, ed è questo il bello, a volte può essere frustrante: cercare la bellezza anche nella frustrazione, è comunque un grande compito e noi artisti abbiamo la fortuna di portarlo avanti.»

Le parole dell’artista non lasciano niente al caso, le domande, il loro formularsi, il trovare soluzioni attraverso il corpo, l’abbracciare i limiti come parte integrante della ricerca, un insegnamento per “sentirsi” e per essere nel mondo, qualsiasi forma esso prenda.