many possible cities

Rassegna cinematografica

New York Metamorphosis

A cura di Emmanuel Lefrant (Light Cone, Parigi)

Sabato 22 febbraio

Due proiezioni:

ore 18:00 e ore 20:00

 

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Un’esplorazione delle metamorfosi paesaggistiche della città di New York nel corso del XX secolo. 

Sei film, dal 1921 al 2009, compongono questa rassegna in cui la grande Mela è l’unica protagonista, che vediamo evolversi nel tempo. Dal documentario allo sperimentale, ogni film cerca di catturare un flusso effimero di sensazioni, impressioni fugaci, nel tentativo di catturare la geografia urbana di New York: una visione modernista attraverso il carattere geometrico dell’architettura newyorkese degli anni Venti (P. Strand/C. Scheeler), viaggiatori filmati con i colori sgargianti del Kodachrome, accompagnati dalla musica di Duke Ellington (D. A. Pennebaker), i rituali degli immigrati lituani a Williamsburg (J. Mekas), il balletto dei viaggiatori nella hall di Grand Central (J. Scher), infine le visioni notturne (P. Clipson) e caleidoscopiche (T. Nishikawa) per concludere la sessione. Il cinema diventa allora ritmo puro e genera nuove visioni della città.

La rassegna cinematografica New York Metamorphosis è inserita all’interno del festival Many Possibile Cities

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Light Cone è un’associazione no profit di Parigi il cui obiettivo è la distribuzione e la salvaguardia del cinema sperimentale, del quale si impegna ad assicurare la promozione in Francia e nel mondo.

La collezione di Light Cone si compone di oltre 5.000 documenti stampati, circa 12.000 documenti audiovisivi e 1080 archivi tematici e viene condivisa con associazioni culturali, cinema, musei, università, gallerie e festival.

Emmanuel Lefrant (1975), francese, vive e lavora a Parigi dove realizza film, completamente autoprodotti ed esclusivamente in pellicola. I film, astratti o paesaggistici, si impegnano a rappresentare o a svelare un mondo invisibile, una natura che non si vede, attraverso delle forme segrete di emulsione.

Oltre all’attività cinematografica, ha fondato nel 2000, insieme a Nicolas Berthelot, Alexis Constantin e Stéphane Courcy, il collettivo Nominoë con il quale ha prodotto performance che sono state mostrate in luoghi prestigiosi come il Centre Pompidou, la Fondation Serralvès (Porto) o ancora il festival internazionale di Edimburgo (Black Box Live).

MANHATTA

di Charles SHEELER & Paul STRAND

1921 / Digital file on server / b&w / silent / 24 ips / 9' 00

“Il pittore Charles Sheeler si diede alla fotografia negli anni ’10 per guadagnarsi da vivere, poiché i suoi nuovi dipinti geometrici non vendevano bene. Si interessò quindi sempre più alle possibilità espressive della fotocamera. Decise allora di girare un film in collaborazione con il fotografo Paul Strand e questa loro collaborazione ha dato origine alla rappresentazione impressionista di un inno alla città di Walt Whitman, caratterizzata da uno stile più foto-secessionista che realista. Inizia così, tra le altre cose, la brillante carriera cinematografica di Paul Strand”.
William J. Sloan

DAYBREAK EXPRESS

di D.A. PENNEBAKER

1953 / 16mm / color / sound / 24 ips / 5' 00

“Volevo fare un film su questo treno sporco e rumoroso e sui passeggeri pigiati come sardine che sarebbero apparsi invece belli, come i dipinti di New York City di John Sloan, e volevo che si accompagnasse a uno dei miei dischi di Duke Ellington, Daybreak Express. Non sapevo molto di montaggio, o in effetti di come si fa una ripresa, quindi ho comprato un paio di rotoli di Kodachrome e ho pensato che dato che il disco durava circa tre minuti, filmando con cura avrei potuto far stare tutto su un’unica bobina di pellicola. Ovviamente non ha funzionato poiché non sono riuscito così facilmente ad avviare e fermare la mia macchina fotografica a carica manuale, quindi ho finito per girare non solo i due rulli ma anche un altro paio prima di finire. Ci sono voluti circa tre giorni per filmare, dopodiché sono rimasti chiusi in un armadio per diversi anni, fino a quando non ho capito come modificarli e realizzare una stampa che potevo poi proiettare. L’ho portato al teatro di Parigi per vedere se lo avrebbero messo in programma. Per puro caso è uscito insieme alla commedia di Alec Guiness, The horse’s mouth, che hanno proiettato lì per quasi un anno. Dato che avevo una vasta collezione di dischi jazz, ho pensato di aver trovato il modo per entrare nel mondo del cinema con i film musicali e mi ha effettivamente dato il via, ma non sono mai stato in grado di fare un altro film come Daybreak.”

WILLIAMSBURG, BROOKLYN

di Jonas MEKAS

2003 / 16mm / color-b&w / silent / 24 ips / 15' 00

“Riprese che ho fatto nel 1950, il mio primo anno a New York, più precisamente a Brooklyn. Williamsburg era all’epoca una piccola, miserabile parte di Brooklyn abitata principalmente da immigrati lituani. Quella era la mia nuova casa. Una casa miserabile ma pur sempre una casa. Sapevo che Henry Miller aveva vissuto a Williamsburg e ogni giorno passavo davanti a casa sua, il che mi rendeva felice di essere lì. E io ero libero! Ero libero e avevo appena acquistato la mia prima fotocamera Bolex.”

GRAND CENTRAL

di Jeff SCHER

1999 / 16mm / b&w / sound / 24 ips / 15' 00

“Nel 1989 hanno riaperto la finestra est del Grand Central Terminal di New York City dopo che era stata chiusa per oltre 40 anni. La luce che vi penetrò fu gloriosa. Per circa mezz’ora al giorno all’inizio della primavera, il sole si allineava con il canyon di edifici eretti davanti alla finestra. In quel periodo insegnavo nel nord dello stato e attraversavo la stazione ben due volte a settimana. Il film è stato girato mentre mi dirigevo verso il treno. L’ho realizzato con una delle prime fotocamere da 16 mm mai realizzate, una Bell e Howell Filmo 75, e anche con una Beauleau R16. Ho utilizzato una pellicola per la registrazione sonora e un po’ di tri-x che ho poi stampato su pellicola a sistema sonoro. Questa pellicola particolare, la natura della luce e alcune delle lenti antiche non rivestite che ho usato, contribuiscono nel dare al film un aspetto ‘d’epoca’. Filmare la luce e considerare le persone e l’architettura come dei ‘modulatori di luce’ è stata la mia fonte di ispirazione. Ho cercato di catturare la coreografia spontanea della folle folla in una sorta di simil-balletto. Il film è un balletto urbano (in contrapposizione a una sinfonia di città)”.

Musica di Shay Lynch

CHORUS

di Paul CLIPSON

2009 / 16mm / color-b&w / sound / 24 ips / 7' 00

Tre città si condensano in una in questo incredibile collage notturno di immagini e suoni in cui lo spazio, il colore e la luce si muovono attraverso l’occhio della telecamera per creare pensieri visualizzati prima ancora del loro concepimento. Girato a San Francisco, New York e Rotterdam.

45 7 BROADWAY

di Tomonari NISHIKAWA

2013 / 16mm / color / sound / 5

Un film su Times Square, i suoni e i movimenti di questo famoso crocevia. Il film è stato girato in bianco e nero con filtri colorati (rosso, verde e blu), dopodiché gli scatti sono stati ripresi con una stampante ottica utilizzando gli stessi filtri. Gli strati delle diverse immagini realizzate con la camera a spalla creano agitazione nelle sequenze mentre le pubblicità sui pannelli del display cercano di estrarsi l’una rispetto all’altra.