TOAST Project Space

#3 Swan Lake and The Swan Dance / Guendalina Cerruti

a cura di Stefano Giuri

Toast Project Space

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TOAST Project Space presenta mercoledì 26 giugno dalle ore 18 la mostra di Guendalina Cerruti dal titolo: Swan Lake and Swan Dance.

 

L’intervento pensato dall’artista per lo spazio TOAST di Firenze esplora la figura del cigno, ne osserva e ne ricerca il valore estetico, espressivo e simbolico all’interno dell’immaginario collettivo e della produzione culturale. Il progetto si articola in due capitoli: Swan Lake all’interno e Swan Dance all’esterno dello spazio espositivo.

 

L’installazione Swan Lake trasforma lo spazio di TOAST in una superficie sulla quale prende vita una coreografia di cigni re-immaginati attraverso materiali e pratiche domestiche. I cigni che abitano il lago sono tovaglioli di stoffa piegati, fili di alluminio e rubinetti, che ricordano decorazioni per la tavola in occasione di una cerimonia. Davanti a questa composizione di oggetti inanimati il pubblico apre le porte all’immaginazione. Come uno spettatore di teatro assiste al susseguirsi degli atti, ne segue la storia, ne ammira le coreografie, la musica e i costumi. Come un escursionista, seduto sulla riva, contempla la superficie calma e silenziosa del lago, immaginandone i dialoghi e fantasticando sulla storia dei suoi abitanti.

 

Il progetto inedito ideato per TOAST si completa con il secondo capitolo: la performance Swan Dance pensata e realizzata in risposta al lavoro installativo dell’artista svedese Jaana-Kristiina Alakoski. Come per l’installazione, la performance si concentra sul ruolo e sulle caratteristiche della figura del cigno all’interno della cultura contemporanea, con un particolare interesse verso i suoi movimenti e emozioni. La performance consiste in una coreografia accompagnata da un ritmo delicato creato attraverso dei piattini da dita. La sua formalizzazione si ispira soprattutto ai movimenti dei cigni, che noi umani interpretiamo come espressioni di affetto e di amore, indagandoli attraverso la fisiologia e la costellazione di muscoli che creano schemi di movimento. La performance, come l’installazione, entra in risonanza con la storia della danza, della musica e della narrazione western europea, che utilizza una mitologia romantica sul cigno. Tuttavia, il contesto della performance artistica e l’esecuzione da parte di una sola persona cambia l’impatto con lo spettatore. Al pubblico è offerta una connessione diretta a un esercizio empatico. Come sarebbe essere un cigno?

 

Guendalina Cerruti

 

Guendalina Cerruti (b. 1992) è una artista italiana di base a Londra. Dopo il diploma in arti visive alla NABA di Milano, consegue un master in scultura alla Royal College of Art di Londra. All’interno del suo lavoro, Guendalina, costruisce installazioni, composizioni di oggetti, sculture e immagini. Le ‘cose’ che inabitano la sua pratica e il suo immaginario fanno riferimento al concetto di domestico e di familiare. A livello figurativo e di materiali le installazioni di Guendalina ricordano gli spazi domestici, appropriandosi dei loro oggetti, strutture, logiche spaziali e pratiche, così come dei loro elementi estetici. Il processo e la ricerca dietro alla scelta di ogni oggetto, immagine e al modo in cui essi vengono messi in relazione l’uno con l’altro, osserva e interroga la definizione più complessa di domestico e di familiare, e ne approfondisce la relazione con il concetto d’identità e della sua esperienza quotidiana all’interno degli spazi e attraverso gli oggetti che ci circondano.

 

Jaana-Kristiina Alakoski

 

Jaana-Kristiina Alakoski (b. 1992) è un’artista svedese-finlandese di base a Londra, dove consegue il diploma in arti visive presso l’università Central Saint Martins College of Art and Design. La sua pratica si sviluppa attorno alla performance come azione e alla performance nell’immagine, e attorno all’installazione. Nel suo lavoro Jaana-Kristiina si interessa della performatività nel contesto dell’interazione sociale — sia online che offline — come dimensioni ormai inseparabili che ospitano la socializzazione umana da più di 30 anni dopo l’introduzione di internet e della condizione di digital divide. Jaana-Kristiina si interroga sulla formazione e analisi filosofica di selfhood, in relazione alla codificazione e decodificazione simbolica dei confini, del corpo, delle azioni, delle cose e dei materiali. Una costante negoziazione degli stati di essere all’interno della realtà sociale, emozionale, politica e fisica.