Workshop con Giulia Cenci

Workshop con Giulia Cenci

Nel Paese Delle Ultime Cose

 

Giulia Cenci

residenza d'artista l'armonia

Il romanzo di Auster è ambientato in un tempo e in un luogo incerto, come lo studio collettivo ricreato durante il quarto workshop delle Residenze d’Artista L’armonia.
Giulia Cenci, arrivata a Manifattura Tabacchi in veste di quarta visiting artist del percorso di residenza, ideato dal Direttore del Museo Novecento di Firenze Sergio Risaliti, porta con sé i sei artisti in uno nuovo spazio collettivo. In questo luogo, le pratiche artistiche si fondono ripercorrendo memorie e ricordi, che da singoli diventano collettivi.

Il materiale d’archivio e i nuovi oggetti portati dagli artisti all’interno dello spazio, prendono forme indistinte.
«indistinto agg. [dal lat. indistinctus]. – 1. [di cosa, che non differisce sostanzialmente da altre e non è nettamente separabile da esse]».
Insieme, nella creazione di un nuovo studio/spazio collettivo, dove il lavoro di uno inizia, si interseca quello dell’altro.
Dalla resina all’argilla, rami di albero, tessuti e proiezioni, cenere e calchi in gesso e silicone: un ambiente complesso prende vita sotto le mani dei sette artisti, che per la prima volta nel percorso della residenza rendono visibile con la materia quello che visibile non è.

«Nel paese delle ultime cose i “cercatori d’oggetti” sono figure simboliche, alla continua ricerca di cose da poter recuperare e utilizzare, anche con prospettive variabili a seconda della necessità. Tutto questo preclude un cammino riflessivo, a ritroso nella storia degli oggetti “trovati”, e di conseguenza su un diverso tempo storico-sociale che ha utilizzato questi strumenti».
Gli artisti come i cercatori di oggetti cambiano e fondono la loro prospettiva in una stanza leggera, che può essere qui come altrove.

I tre giorni di laboratorio sono stati giorni all’insegna del materiale, la condivisione di tecniche artistiche e il filo comune di esperienza sono stati in grado di plasmare forme e tempi sospesi, hanno ricreato una realtà, vera solo nel momento in cui essa è stata vissuta.
Questa realtà è stata fotografata e catalogata dagli artisti, per poterla riprodurre all’infinito.
Il corridoio, ripercorribile dal fruitore, sarà ri-allestito nella spazio dedicato alla mostra finale de L’Armonia, il luogo e il tempo non coincidono, ma la forza creatrice resta immutata.