SUPERBLAST EXHIBITION

La mostra conclusiva delle residenze d'artista di Manifattura Tabacchi.

16-17-18 SETTEMBRE 2021

 

//prodotto da NAM – Not A Museum

//Con il patrocinio dell’ Università di Firenze

ORARI MOSTRA
Inaugurazione Mostra, Giovedì 16 settembre dalle 19:30 alle 00:00.
Venerdi 17 e Sabato 18 settembre, dalle 10:00 alle 00:00.

Ingresso libero, da Via delle Cascine 35.
Non è richiesta prenotazione.

 

VISITA GUIDATA
Venerdì 17 e Sabato 18 settembre, dalle 17:00 alle 18:00 e dalle 19:30 alle 20:30, sarà possibile effettuare una visita guidata alla mostra di SUPERBLAST con la curatrice Caterina Taurelli Salimbeni e gli artisti.
È possibile prenotarsi qui.

 

Per accedere ad alcuni luoghi della mostra è necessario esibire il green pass o tampone negativo effettuato nelle 48h precedenti

Dal 16 al 18 settembre apre al pubblico la mostra SUPERBLAST che presenta il lavoro dei sei artisti vincitori del bando internazionaleEdoardo Aruta, Antonio Obregon Bermúdez, Federica Di Pietrantonio, IPER-collettivo, Oliviero Fiorenzi, Violette Maillard – al termine del percorso di residenza, che li ha visti immersi nella comunità creativa e nella visione interdisciplinare di Manifattura Tabacchi.

Diffusa fra le piazze, il giardino e l’interno degli edifici, 
SUPERBLAST si ispira al ripensamento dei rapporti tra uomo e ambiente, individuo e collettività, natura e cultura.
Tra i temi della ricerca dei sei artisti figurano: lo stato di natura contemporaneo nel mondo virtuale; il rapporto tra ambiente urbano e ambiente naturale; il paradosso insito nella mobilità elettrica; i semi del colonialismo nella rappresentazione del paesaggio; lo spazio dell’arte in relazione ai fattori incontrollabili del contesto pubblico; il parallelo tra biodiversità culturale e biodiversità naturale nell’universo delle sottoculture.

 

PERFORMANCE, SCULTURE, VIDEO, ARCHIVI

SUPERBLAST si concluderà con un progetto editoriale, che raccoglie gli interventi di artisti, intellettuali, scrittori, critici. La pubblicazione SUPERBLAST è a cura di Nero Editions con i saggi degli autori Domenico Quaranta, Bianca Felicori, Tommaso Guariento, Xenia Chiaramonte, Antonio Perazzi e Riccardo Papacci, i quali hanno accompagnato e arricchito il percorso dei sei artisti durante la residenza presso Manifattura Tabacchi. Il libro sarà in distribuzione a partire dal prossimo autunno 2021.

SUPERBLAST è stato reso possible grazie alla Preziosa collaborazione di: STUDIO STUDIO STUDIO, PEFC, il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIEF) dell’Università degli Studi di Firenze e i suoi laboratori MOVING and LINEA, e all’importante contributo di Benevelli, Curtis, Del Morino, Dirtmor, Emob3, FeT Elettronica s.n.c., Fondazione Listone Giordano – Margaritelli S.p.A., Ninotchka, Panguaneta S.p.A, Reserva Natural Palmarí, Yaga Yaga Sound System, Sketchmania, Syde s.r.l. e Vinilificio.

IL PROGRAMMA

Guarda il video

LA MOSTRA DIGITALE

SUPERBLAST si costituisce come un progetto multidimensionale, di cui la mostra rappresenta il livello esperienziale. A questa si aggiunge il progetto www.supersuperblast.it: archivio digitale dell’indagine realizzata dai sei artisti. Una piattaforma interattiva a disposizione del visitatore.

SUPERSUPERBLAST.IT

EDOARDO ARUTA
Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Università IUAV di Venezia. Parallelamente agli studi ha lavorato come scenografo e scenotecnico in ambito teatrale e cinematografico, contemporaneamente ha sviluppato una pratica artistica che dal 2003 lo porta ad esporre in vari ambiti a livello nazionale e internazionale. Nel 2013 fonda a Venezia il collettivo artistico Gli Impresari insieme a Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello. La sua pratica è basata sulla disamina dei fenomeni sottostanti l’esperienza di vita quotidiana, dall’interazione con i luoghi e la relazione tra persone e “oggetti” alle possibilità d’esplorazione di significati reali e fittizi che li circondano.

//LA FURIA DEL DIRE
La Furia del Dire prende spunto dal registro espressivo di una dimensione sociale e musicale, quello delle posse. Fenomeno nato per migliorare la condizione esistenziale di un’intera generazione, ha contribuito a immaginare il ruolo delle comunità nelle periferie urbane e a suggerire un ritorno alle origini, alla creatività di strada e a un modello di società orizzontale. Il progetto intende evidenziare un modo di fare contestazione, innovazione sociale e musica e di metterli in relazione con quanto è accaduto in Italia negli ultimi 40 anni. L’artista porta negli spazi di Manifattura Tabacchi un SoundSystem e dà vita a una serie di jam session di DJ per i quali mette a disposizione una raccolta di vinili formato 12 pollici, sui quali ha fatto incidere una selezione di campionature di messaggi radio, interviste e annunci televisivi di fatti che hanno segnato la storia politica e culturale recente. Partendo da un archivio che è sia intimo che universale, il lavoro si espande con il coinvolgimento di una pluralità di interventi che a loro volta saranno incisi su vinile, andando a creare una stratificazione multiautoriale, un documento storico della cultura contemporanea.

@EDOARDO_ARUTA

ANTONIO BERMÚDEZ OBREGON
Vive e lavora in Colombia, a Bogotà. Le sue opere sono state esposte in mostre presso l’Espacio El Dorado e la SGR Galería (Bogotá), alcuni dei musei più importanti in Colombia e, in ambito internazionale, presso lo Humboldt Forum (Berlino) e la Jan Van Eyck Academie (Maastricht). Ricercatore visivo e architetto, la sua duplice pratica artistica connette il territorio nelle sue molteplici forme, lavorando all’intersezione tra cultura e paesaggio. Il suo lavoro tratta temi quali l’orientamento, la geopolitica, la toponimia, il colonialismo, l’esotismo, e l’immaginario delle nazioni.

//NATURE IS NOT GREEN
In Nature is not green il visitatore si trova immerso in un ambiente apparentemente coerente ma che con il passare del tempo si scopre nei suoi contrasti. L’installazione ricongiunge da remoto due ambienti che si trovano ai lati opposti del pianeta, registrati in tempo reale durante il giorno più lungo dell’anno: la foresta amazzonica in Brasile, paradigma di una natura primitiva, violenta e selvaggia, e una delle numerose foreste coltivate nei Paesi Bassi, prototipo di una natura costruita e dell’ideale arcadico che la vuole anestetizzata, vestita di un’aura di calma e sicurezza. Riciclaggio di alberi, pratiche estrattive e logiche politiche ed economiche del sistema capitalista ironicamente avvicinano questi due paesaggi in un destino comune. Il lavoro riflette criticamente come questa antica deriva del colonialismo trova la sua controparte contemporanea nella rappresentazione in forma speculativa. Se il biopotere e il dominio sulla natura passano attraverso il controllo della sua immagine, l’opera mette in scena la dicotomia tra fenomeno e cosa, immagine e origine, indagando le possibilità abitative del limite che le separa.

@TINTUCO

FEDERICA DI PIETRANTONIO
Vive e lavora a Roma. Studia Pittura presso RUFA – Rome University of Fine Arts laureandosi nel 2019, e svolge la sua ricerca sulla tesi spending free time presso KASK (Ghent), dove sviluppa il progetto Vacation Spot. Nel 2017 viene selezionata per Mediterranea 18 Young Artists Biennale e l’anno successivo entra a far parte di Spazio In Situ, dove lavora come artista e web designer. Ha esposto in diversi spazi tra cui Las Palmas (Lisbona), Gouvernement (Ghent), Una Vetrina (Roma) e The Gallery Apart (Roma).
La sua ricerca si concentra su rapporti, relazioni e processi che si sviluppano da realtà simulate o virtuali e piattaforme sociali.

//not so far away
Partendo da una ricerca negli ambienti virtuali dei videogiochi, not so far away si propone di stabilire un metodo di definizione di un nuovo stato di natura, mediato dall’esperienza quotidiana dei dispositivi e dall’industria dell’intrattenimento. L’artista si approccia con metodo scientifico all’ambiente, prendendo in esame diversi videogiochi, con obiettivi, peculiarità ed estetiche differenti per uno studio della wilderness contemporanea. Nell’installazione si sovrappongono due video machinima, registrati nel corso di sessioni collettive di play date, che esplorano spazi urbani, paesaggi naturali, ambienti post-apocalittici nonché specie animali e vegetali in essi presenti. L’area di intersezione tra le due proiezioni individua un topos che non trova collocazione in nessun luogo, risultato di un esperimento le cui capacità indagative rimangono necessariamente aperte. Il lavoro infatti invita l’utente a proseguire la ricerca tra spazio reale e virtuale, ampliandola attraverso strumenti di uso comune come Google Lens. Il visitatore si trova in uno spazio dai suoni discordanti, muovendosi in maniera intermittente tra ciò che è reale e ciò che è apparente, tra una dimensione vissuta e una soltanto evocata.

@FEDERICADIPIET

OLIVIERO FIORENZI
Da dieci anni vive e lavora a Milano. Vivendo tra questi due contesti, ha sviluppato una particolare sensibilità per il tema del paesaggio. Attraverso il suo vissuto personale costruisce un complesso apparato segnico figurativo, grazie al quale entra in relazione con il contesto in cui opera producendo installazioni pittoriche e scultoree.
Ha esposto in gallerie, fondazioni e musei tra cui The Address (Brescia), Sonnenstube (Lugano), Fondazione Feltrinelli e La Triennale (Milano), Ex-Dogana (Roma) e La Mole (Ancona).

//4-20 AIRMARKS
Iscritta all’interno di un’indagine sul rapporto tra soggetto e ambiente, 4-20 Airmarks è una scultura cinetica azionata dalla forza del vento e capace di interagire attivamente con gli elementi atmosferici. L’intervento pittorico interessa l’intera struttura e accompagna, fissandolo, lo sguardo sulla turbina eolica, dove trovano spazio una serie di elementi figurativi e grafici che fanno parte dell’alfabeto simbolico dell’artista. Le immagini, definite e chiaramente percepibili, all’attivazione dell’aeromotore sfumano nel colore e tendono all’astrazione, restituendo un effetto visivo unico e diverso dal disegno di partenza. Il messaggio dipinto è perciò visibile solo in determinate condizioni atmosferiche, e dialoga con il contesto solo in alcune specifiche, e incontrollabili, circostanze. L’opera in ogni momento vive un rinnovo continuo, rinnegando così l’idea di opera d’arte intesa come oggetto e come fine, ed enfatizzando piuttosto l’esperienza vissuta, la costruzione di situazioni e azioni effimere.

@DILENTIGREBLU

IPER-collettivo
IPER-collettivo (Giulia Landini, Lorenzo Romaniello, Lorenzo Vacirca, Marco Conti) è un gruppo multidisciplinare di giovani professionisti provenienti da background diversi, uniti dall’interesse per la sperimentazione, la sostenibilità e le forme interattive di espressione e dalla stessa visione sull’arte, l’architettura e l’ecologia. Iper-Collettivo indaga la relazione tra il territorio e le sue comunità, attraverso la realizzazione di progetti partecipativi e socialmente inclusivi.

//MICROMEGÀSUONI
Come ricostituire un collegamento, un ponte esperenziale tra ambiente urbano e naturale? Micromegàsuoni è parte di un’indagine empirica che il collettivo ha perseguito in due tipologie di paesaggi diversi: la città, rappresentata da Manifattura Tabacchi, e una serie di riserve naturali e foreste, individuate nelle regioni di Toscana e Umbria. Nello spazio antropizzato si osserva un manufatto di legno, la cui forma invita all’ascolto. Elemento totemico e abitabile al suo interno, l’opera riproduce e amplifica suoni ignoti che originano altrove, precisamente nel bosco dove il suo gemello, non visibile, è collocato. L’opera sdoppiata nello spazio e ricongiunta nel tempo del suono, procura così un rifugio, un riparo per chi vive la città, ma è anche uno stimolo a percorrere il suono nella direzione opposta, dalla città verso fuori, nel tentativo di reintegrare due ambiti che la modernità ha separato.

@IPERCOLLETTIVO

VIOLETTE MAILLARD
Le sue opere sono state esposte in ambito internazionale in spazi sperimentali ed istituzionali quali il National Art Museum of China (Pechino), l’ex showroom Gavina e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, l’Istituto di Cultura Italiana di New York, il Museum fur Moderne Kunst (Frankfurt am Main), la Palazzina dei Bagni Misteriosi e la Fondazione Feltrinelli (Milano).
Nel 2016 vince la XIII edizione del New York Prize ed è residente presso l’ISCP (International Studio and Curatorial Program, New York). Nel 2019 vince la prima edizione del Premio Italia-Cina ed è in residenza presso il National Art Museum of China (Pechino). 

//BARGARUDA I
Bargaruda I è un progetto sperimentale che consiste nella creazione e nel viaggio di una scultura. Il lavoro si inserisce nello spazio liminale tra arte, scienza e industria, superando i confini dell’arte e del contesto artistico attraverso l’arte stessa. Ne risulta una scultura che ha le sembianze di un sidecar e che è anche un veicolo funzionante, grazie all’applicazione di pannelli solari modulari a film sottile e alla conversione a motore elettrico di una motocicletta Gilera 150 Sport. Il prototipo, realizzato in Manifattura Tabacchi avvalendosi delle competenze del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze, intende esplorare i paradossi legati alla transizione da idrocarburi a elettrico ed espandere l’idea di mezzo di trasporto. L’atto artistico crea dunque un’apparizione, la scultura, e ne determina la sua sparizione, mettendola in viaggio.

@VIOLETTEMAILLARD

Le indagini che prendono forma nelle installazioni degli artisti trovano spazio di dialogo e di approfondimento nella IV edizione di God Is Green, il festival dedicato alla sostenibilità e al futuro ideato da Manifattura Tabacchi  e prodotto da Nam – Not a Museum, in programma dal 15 al 21 settembre.

GOD IS GREEN