All'opera nell’edificio
Bekhbaatar Enkhtur
Bekhbaatar Enkhtur
(1994 - Ulaanbaatar, Mongolia)
La prima volta che Bekhbaatar ha mostrato il suo lavoro al pubblico è stato durante una mostra collettiva alla Galleria Bolognese P420, dove la sua ricerca è stata centrata sulla materialità dell’argilla, da cui in seguito hanno preso forma i suoi nove Cervi.
Nel 2018 ha frequentato la residenza artistica Making of an Artist della Fondazione Lanfranco Baldi di Pelago, l’installazione su cui ha lavorato è stata creata a quattro mani, il due prendeva il nome di Nomadiuk. Durante questa residenza Enkhtur ha indagato sullo spazio tramite il suono, altra ricerca fondamentale dell’artista. L’elemento naturale è rimasto presente, anche nell’opera realizzata durante la mostra La pratica quotidiana all’Oratorio di San Sebastiano a Forlì, dove l’artista ha creato una relazione tra un materiale inorganico (l’argilla) e un materiale organico (le foglie) insieme i due materiali innestati, hanno costituito i Sette Cervi nello spazio dell’Oratorio.
La ricerca artistica di Bekhbaatar ruota attorno a concetto intrinseco in tutte le cose: il cambiamento. Con il passare del tempo, ogni oggetto e ogni essere perde il suo significato originale per assumere un nuovo significato, una nuova funzione. L’energia non si esaurisce mai, ma cambia solo forma nel tempo, creando a sua volta un’energia diversa. Sebbene il significato del suo essere possa cambiare, l’essenza di un oggetto o di un corpo rimane la stessa.