I sei artisti in residenza de La meraviglia

Gli artisti de La meraviglia

Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh.

Questi i sei giovani artisti selezionati da Manifattura Tabacchi insieme al curatore Sergio Risaliti e al tutor Paolo Parisi – tramite una open call e le segnalazioni di un network di artisti, docenti e esperti del mondo dell’arte contemporanea – per il secondo capitolo di Residenze d’Artista di Manifattura

Ai sei giovani di provenienza internazionale, è stata offerta l’opportunità di vivere a Firenze per sei mesi per trarre ispirazione dalle meraviglie custodite nel centro storico e dagli spazi industriali dell’ex Manifattura. 

Il confronto tra culture, stili di vita e caratteri quest’anno è stato ancora più avvertito per la varietà storico-geografica dei sei artisti, provenienti tra Mongolia, Turchia, Iran, Emilia Romagna, Puglia e Molise. Queste storie molto diverse hanno trovato un punto di coagulo nelle opere collettive realizzate al termine dei sei workshop organizzati con i visiting artist Stefania Galegati, Ra Di Martino, Pantani-Surace, Goldschmied & Chiari, Elena Mazzi e Robert Pettena.

“Uno dei risultati più interessanti che conferisce un’identità unica alle Residenze di Manifattura Tabacchi”, commenta il curatore Sergio Risaliti.

Davide D’amelio

 (1990 - TERMOLI, ITALIA)

Il lavoro dell’artista si concentra sulla struttura e la storia dell’immagine e della visione, sviluppando una concezione duale tra i fenomeni normativi ed espressivi delle narrative. Questo lo porta a un interesse nelle questioni dell’infanzia e della sessualità, ideati come elementi entropici delle strutture sociali.

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Anna Dormio

(1994 - PUTIGNANO, ITALIA)

La ricerca dell’artista è rivolta alla manipolazione delle superfici e delle identità di oggetti e corpi. Attraverso la commistione di varie tecniche artistiche, prevalentemente pittura e fotografia, compie prelievi/appropriazioni di frammenti, scarti, brevi testi, appunti dimenticati o perduti, antiche fotografie, su cui apporta interventi pittorici o da cui derivano lente e continue accumulazioni, in grado di riconfigurare la loro identità e rigenerarne il senso. Un’azione affettiva e semantica con cui rielabora piccoli eventi originati dalla casualità, dalla perdita o dall’abbandono.

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Bekhbaatar Enkhtur

(1994 - ULAANBAATAR, MONGOLIA)

La sua ricerca artistica ruota attorno al concetto intrinseco in tutte le cose: il cambiamento.

Con il passare del tempo, ogni oggetto e ogni essere perde il suo significato originale per assumere un nuovo significato, una nuova funzione. L’energia non si esaurisce mai, ma cambia solo forma nel tempo, creando a sua volta un’energia diversa. Sebbene il significato del suo essere possa cambiare, l’essenza di un oggetto o di un corpo rimane la stessa.

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Esma Ilter 

(1993 - MARMARA EREGLISI, TURKEY)

La ricerca dell’artista mette in discussione il significato di identità, intesa come interazione con il contesto, l’ambiente stesso e la nostra comprensione di esso. Le opere includono installazioni site specific, proiezioni e sculture.

Le opere di Esma Ilter sono modellate intorno all’asse della storia, e alla memoria che nello spazio risiede e trova forma. 

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Giulia Poppi

 (1992, MODENA, ITALIA)

Il suo lavoro, sfacciatamente caldo e materico, è invece intriso di riferimenti simbolici che riguardano l’intimità e il mistero. Una pluralità di immagini, oggetti e abbozzi di manufatti sono orchestrati in ambienti complessi, generando sensazioni corporee e tattili a partire da materiali sintetici e luci artefatte.

La fisicità delle opere spesso impone una rilettura del carattere e dell’esperienza degli spazi, innescando meccanismi di attrazione e repulsione.

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NEGAR SH

(TEHRAN, IRAN)

Artista e graphic designer iraniana. Attraverso il suo impegno artistico si impegna in una silenziosa ribellione contro la mancanza di libertà personale e culturale in Iran.

Negar nasce dopo la rivoluzione islamica, un sentimento ambiguo nascerà nella sua infanzia e influenzerà la sua vita e la sua ricerca artistica. L’artista ha abbandonato l’Iran nel 2011, ma nella produzione artistica echeggia ancora la sua riflessione sul condizionamento politico e religioso esercitato dal regime. 

 

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